Origine del nome Centocelle: Costantino e gli Equites (forse) non c'entrano niente

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mariogalli1983
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Origine del nome Centocelle: Costantino e gli Equites (forse) non c'entrano niente

Messaggio da mariogalli1983 » 22/02/2022, 9:36

Secondo alcuni siti, il nome "Centocelle" deriverebbe da Centum Cellae, una cittadella militare fatta costruire dall'imperatore Costantino I, dove trovavano alloggio cento dei migliori cavalieri della guardia imperiale, gli Equites Singulares Augusti e i loro cavalli.

I siti che riportano questa informazione sono Wikipedia (ora modificato) e Centocelle Urban Mag, più altri e svariati post e commenti sui social o qua e là su Internet. Ma è possibile che tutti riportino la stessa informazione e tutti con la stessa frase?

Per capire la nostra storia dobbiamo andare a Ponte Milvio e indietro nel tempo, fino al 28 ottobre 312 d.C.

Immaginate due imponenti armate in guerra che si fronteggiano e si schermagliano. Da una parte ci sono germani, celti, britanni, dall'altra romani, italici, tirreni, africani e siculi. Le cavallerie di ambedue le parti sono schierate sulle ali, come di regola mentre le fanterie più esperte si trovano al centro.

Siamo alle soglie della battaglia di Ponte Milvio, tra Massenzio e Costantino ed oggi si deciderà chi sarà imperatore di Roma.

Ma cosa c'entra questo con la nostra ricerca dell'origine del nome di Centocelle?

Secondo le notizie che circolano, Costantino avrebbe fatto costruire una cittadella militare "Centum Cellae" dove avrebbero trovato alloggio cento dei migliori cavalieri della guardia imperiale, gli Equites Singulares Augusti e i loro cavalli. L'unico a dirlo è il Delli, secondo il quale "erano chiamate Centum Cellae le rovine degli alloggiamenti della cavalleria romana" (Delli, 1988 p. 277) trasferita dal campo Marzio in questa zona a partire dal I sec. a.C. (praticamente 400 anni prima di Costantino!).

Ma se guardiamo bene lo schieramento a Ponte Milvio, la guardia pretoriana, gli Equites Singulares Augusti sono schierati dalla parte di Massenzio, e anzi difendono la testa del ponte, al centro dello schieramento.

Tutti sanno come andò a finire la battaglia, con la vittoria di Costantino. Pertanto pensate che avrebbe premiato gli Equites che si erano schierati contro di lui, o li avrebbe sciolti una volta al potere?

Dopo aver sconfitto Massenzio, Costantino abolì la Guardia Pretoriana, ponendo fine ad un'istituzione durata all'incirca 300 anni. Ma Costantino probabilmente aveva anche altri motivi per abolire questa istituzione: essa era diventata obsoleta poiché gli Imperatori da qualche tempo risiedevano sempre di meno nella città eterna. Il ruolo rivestito dalla cavalleria della Guardia, gli equites singulares Augusti, ovvero provvedere alla difesa personale dell'Imperatore, era ora ricoperto dalle scholae.

Ma ancora più interessante è il fatto che Costantino fece edificare il mausoleo di sua madre, Elena, nel 326 proprio sull'area dove si estendeva una necropoli degli Equites, nella zona Ad Duas Lauros. Se seguissimo il ragionamento della tesi più nota, Costantino prima vince la battaglia a Ponte Milvio nel 312, poi (non si sa bene quando) fa costruire una cittadella militare per i pretoriani a Centocelle (vicino la loro necropoli), poi nel 326 edifica la tomba della madre sopra la necropoli dei pretoriani. Non si capisce perché i pretoriani non abbiano marciato su Roma, visto lo spregevole affronto, magari cercando di spodestare Costantino.

In realtà è più probabile che Costantino, calcolatore e pragmatico, dapprima scioglie la guardia pretoriana (come effettivamente fece con la riforma dell'esercito romano), e poi cercò di cancellare il ricordo degli Equites Singulares addirittura facendo sparire la loro necropoli. Come è stato fatto oggigiorno con Bin Laden, seppellito in mare e non in una tomba per evitare "pellegrinaggi".

Ma comunque, mi direte voi, gli Equites in questa zona c'erano!!! Sì, c'erano, ma solo da morti e Costantino volle cancellarne addirittura la memoria. Tant'è che, ad oggi, non è ancora possibile decifrare con esattezza il luogo puntuale della loro sepoltura.

Del resto anche il sito della Soprintendenza è chiaro al riguardo:
"l’area del Mausoleo di Sant’Elena, all’interno del possedimento imperiale definito nel Liber Pontificalis come ad duas lauros o inter duas lauros, era dalla tarda epoca repubblicana interessato da necropoli estese lungo l’antica via Labicana, l’attuale Casilina; tra il II e il III sec. d.C. fu occupata dal cimitero degli equites singulares, cavalieri della guardia imperiale, ma già al tempo delle persecuzioni i cristiani scelsero questa località per le tombe di alcuni martiri subito oggetto di venerazione. Deliberatamente in questa zona, all’interno del fundus vicino al palazzo imperiale del Sessorium occupata da cimiteri di martiri, ma anche distruggendo la necropoli della guardia imperiale che egli stesso sciolse poiché schierata a favore di Massenzio, Costantino tra il 315 e il 325 d.C. realizzò la basilica circiforme in onore dei Santi Marcellino e Pietro, periti durante la persecuzione dioclezianea, e il mausoleo dinastico in cui sarà sepolta la madre Elena, secondo uno schema con il quale diede inizio alla cristianizzazione monumentale del suburbio".

Ma veniamo al nome di Centocelle.

Sbaragliato il campo dalle notizie che circolano, cerchiamo di capirne meglio il significato.

In età romana, quindi anche durante l'epoca di Costantino, la "cella" era la cantina (cella vinaria), la cella di un tempio, una piccola camera da letto per una persona, quella parte del carcere dove erano tenuti i condannati a morte in attesa del supplizio, ogni ambiente di uno stabilimento termale, il nido delle colombe e delle api, un tugurio e, in genere, la parte della casa adibita a ripostiglio. (Fonte: Martial., Epigramm. III, 48: Pauperis extruxit cellam, sed vendidit Ollus Praedia: nunc cellam pauperis Ollus habet"; Varrone, Ling. Lat. V., 33, 162)

Dall'VIII secolo, quindi oltre 400 anni dopo Costantino, il termine accentuò la sfumatura di "luogo appartato", fino a diventare, con l'espansione del monachesimo, sinonimo di cella eremitica.(Fonte: Isid. Hisp., Etym. XV, 3, 9: "Cella dicta quod nos occultat et celat")

Contemporaneamente passò ad indicare qualunque tipo di rovine che ricordasse nell'aspetto un sotterraneo e quindi il significato che acquisì fu di cantina o magazzino, per l'uso che si faceva delle tombe romane e delle cisterne. (Fonte: Conti 1984, p. 126, s. v. Cella)

Il nome Centocelle, prima di essere utilizzato qui da noi, ha percorso nei secoli altri luoghi:

418 d.C. - Rutilio Namaziano dice: "Ad Centumcellas forti defleximus austro" per descrivere le installazioni del porto di Civitavecchia fatte nel 108 d.C. da Traiano, all'epoca dei ruderi ma ben funzionanti.

989 d.C. - una località fuori Porta San Pietro viene definita "Centecellas" indicando il complesso di ruderi prospicente la porta.

996 d.C. - Ottone III conferma all'abbazia dei SS. Alessio e Bonifacio sull'Aventino il possesso di un "casale de Centumcellis", situato tra Casal di Morena e la Marrana dell'Acqua Mariana, ove erano presenti cospicui resti della villa romana detta Grotte Centroni.

1217 - la chiesa di S. Maria in Monisterio vende un appezzamento confinante con il "tenimentum casalis Centumcellarum" nome con cui definisce il Circo di Massenzio sull'Appia Antica che dal 1421 rientra nella tenuta Girolo e Centocelle, con riferimento al circo e alle numerose rovine della villa di Erode Attico.

Solo nel 1523 abbiamo attestazione nella zona che ci interessa: la Torre di Centocelle. Costruita nel XII secolo a controllo della sottostante consolare in un'area particolarmente ricca di ambienti (cellae) sul terreno, residui di ville, tombe, cisterne romane e altro. Il numero "cento" costiuisce una cifra qualsiasi per sottolineare la particolare abbondanza di strutture antiche qui presenti. Per esempio l'omonima osteria presente al km 8 della Casilina, occupa un curioso edificio in laterizio, a pianta circolare e con addossata una sala absidata. Fonte: Ashby 1982, p, 108 - "il nome della località è senza dubbio una esagerazione popolare che ebbe origine quando le rovine (della villa imperiale Ad duas lauros) erano meglio conservate di quanto lo siano ora".

Conclusioni:

le interpretazioni dei termini toponomastici, così come vengono tramandati nei secoli, è sempre cosa ardua e non basta un post su Internet per mettere una pietra definitiva.

Ognuno, leggendo e rileggendo la storia come riportata potrà farsi un'idea delle certezze e dei dubbi. In fondo il sapere è solo nozionismo se non collegato alla messa in dubbio di tesi e opinioni.

Sono aperto ad ogni critica, questo post non è il vangelo, ma soltanto una spassionata analisi che mette in dubbio precedenti teorie e che potrà a sua volta essere messa in dubbio.
Racconto la storia della mia città e non solo. Per tutto il resto, fate un giro sul 64.
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