Dieta e nutrizione nel V sec.

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Majorian
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Dieta e nutrizione nel V sec.

Messaggio da Majorian » 13/06/2019, 9:34

Sodales Carerrimi (o Praetorianii, come hanno scritto in altra sezione) ;)
Un articolo comparso oggi su un noto quotidiano: https://www.repubblica.it/scienze/2019/ ... 24-S1.4-T1 che potrebbe essere di spunto per trattare un argomento di cui si è discusso, in passato, ma non troppo approfonditamente.

Valete omnes.
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Majorian

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Vindex
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Re: Dieta e nutrizione nel V sec.

Messaggio da Vindex » 16/06/2019, 16:53

Ave Majo,

equiparare, come fa l'articolo di "Repubblica", l'alimentazione della popolazione meno abbiente a quella delle classi più elevate mi sembra un approccio un po' sensazionalistico alla materia.

Che carne (di maiale), pane, olio e vino fossero componenti tipici nella dieta base della popolazione di Roma non dovrebbe sorprendere più di tanto, poiché proprio quei generi alimentari - gratuitamente o a prezzi calmierati - erano oggetto delle distribuzioni annonarie.

Il fatto che nello stomaco del saccarius (scaricatore, ma avrebbe potuto forse trattarsi di un mensor - misuratore delle quantità di grano - o di un tabularius - che le annotava) ci abbiano trovato anche del pesce parrebbe abbastanza naturale, dato il tipo e il luogo di lavoro.

Certamente, da che la fondazione di Costantinopoli aveva dirottato in Oriente il grano dell'Egitto e l'Africa era divenuta il "granaio" di Roma, l'insediamento dei Vandali nelle province africane nel corso del V secolo e la loro abilità marinara resero la questione dell'approvigionamento di grano dell'Urbe un problema piuttosto serio, considerato pure che, attorno alla metà del secolo, le zone sotto diretto controllo imperiale si riducevano al territorio italiano o poco più.

Valete
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(A. Cameron - Il tardo impero romano)

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Re: Dieta e nutrizione nel V sec.

Messaggio da Publius Metilius » 03/07/2019, 1:19

Avete omnes. Come dice Majo, l'argomento della dieta dedotta dalle indagini sui resti umani pertinenti ai lavoratori di Portus non è nuovo, se ne occupò già - mi sembra - Archaeology Magazine parecchi anni fa, in un servizio che verteva non soltanto sui cibi che mangiavano ma anche sulle patologie che il tipo di lavoro esercitato provocava (pensiamo appunto agli scaricatori e alle conseguenze sulla loro struttura ossea causate dai pesi che dovevano maneggiare). Concordo con Vindex sulla poca sorpresa di quanto comunicato, tutti cibi di normale - anzi basilare - reperimento sul luogo. Inoltre, dire che i lavoratori del porto mangiavano "come dei re" perché gli stessi cibi sono stati riscontrati nelle analisi effettuate sui resti dei sepolti nelle tombe dell'isola Sacra mi sembra anch'esso eccessivo: da quello che mi ricordo, i 'fruitori' di quelle tombe non erano ricchi: forse benestanti sì (e neanche tutti: ricordo molte tombe a cappuccina e olle cinerarie, non proprio segno di agiatezza...), ma di un livello non estremamente superiore agli operai del porto: alcuni liberti, alcune maestranze specializzate, qualche commerciante. Fra l'altro, sottolineo che le deposizioni nella necropoli dell'Isola Sacra arrivano al IV sec. d.C. Comunque, interessante la riflessione sul cambio di dieta dovuta alla conquista vandala dell'Africa...

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